Francesco Ruspoli a Palazzo Ruspoli

Titoli Nobiliari

 

Don Francesco (* Roma 31-5-1967), 10° Principe di Cerveteri, Principe Romano, 10° Marchese di Riano, 15° Conte di Vignanello, Patrizio Romano Coscritto, Nobile di Viterbo e Nobile di Orvieto.

Gran Maestro del Sacro Ospizio

Gran Cancelliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Cavaliere di Gran Croce di Giustizia

Capo del casato dal 2005

 

Storia del 1700

 

Francesco Maria Ruspoli, figlio primogenito di Alessandro (di Sforza Vicino Marescotti e di Vittoria Ruspoli) nacque il 2 Marzo 1672. Nel 1695 sposò donna Isabella Cesi, figlia di Don Giuseppe Angelo Cesi, 5° duca d’Acquasparta e di donna Giacinta Conti dei Duchi di Poli (sorella di papa Innocenzo XIII)

Dopo varie battaglie legali si trovò ad ereditare dalle famiglie Marescotti, Capizucchi e Ruspoli. Il 4 settembre 1705 per atti di Notaio Floridi poté aggiungere ai suoi titoli quello di marchese di Cerveteri.

Nel 1707 giunse a Roma Georg Friedrich Händel dove fu per due anni ospite di Francesco Maria Ruspoli, che lo nominò maestro di cappella. Durante questo periodo compose Salve Regina (HWV 241) che rappresentò nella cappella del Castello Ruspoli a Vignanello e Diana Cacciatrice (HWV 79) che rappresentò nel Palazzo Ruspoli di Cerveteri. A Roma presso i Ruspoli e presso gli Ottoboni presentò gli oratori La resurrezione (HWV 47) e il Trionfo del Tempo e del Disinganno (HWV 46a) entrambi dedicati a Francesco Maria Ruspoli. Dal 1709 al 1716 gli successe come maestro di cappella Antonio Caldara.

Il cardinale Galeazzo Marescotti vegliava sull'amato nipote e si compiaceva della vita brillante, ma anche sopratutto della cultura, della munificenza e della devozione a Dio di Francesco Maria. Il Cardinale aveva in mente un preciso disegno: quello di persuadere il papa ad elevare a Principato il Marchesato di Cerveteri. Altri nobili famiglie romane come gli Aldobrandini, i Boncompagni, i Borghese e gli Odescalchi erano state elevate al principato dai rispettivi papi di famiglia. I Ruspoli non avevano un papa, perciò era necessario fare un munifico gesto ed acquistare particolari meriti a fronte della santa sede. nel 1707 il cardinale indusse suo nipote ad armare un brigantino e a farne dono alla Santa sede. Lo scafo moderno ad ampia velatura fu consegnato a Civitavecchia. Händel aveva composto per l'occasione una corale di voci bianche su di un testo inneggiante al Papa Re. Ma ciò non basto ad elevare il Marchesato di Cerveteri.

Nel 1708 Francesco Maria creo il Reggimento Ruspoli a proprie spese. Costituito da circa mille uomini, il reggimento combatté vittorioso varie piccole battaglie, finquando nel gennaio 1709 il reggimento non si recò a Ferrara e grazie ad un' artiglieria superiore respinsero gli austriaci che si ritirarono sulla riva settentrionale del fiume Po. Il 3 febbraio 1709, colmo di riconoscenza, il papa Clemente XI erigeva Principato il Marchesato di Cerveteri.

Nel 1710 il principe Francesco Maria Ruspoli acquistava anche il Marchesato di Riano dove provvide ad arricchire il paese con privilegi e con opere pubbliche.

Nel 1713 acquistava il feudo di San Felice Circeo che passò poi nel 1718 al marito di sua figlia, don Filippo Orsini.

Sempre nel 1713 Francesco Maria acquistò il Palazzo Ruspoli del Corso dai Caetani i quali avevano affidato a Martino Longhi il Giovane la costruzione della sontuosa loggia sul cortile e la celebre scala, una delle quattro meraviglie di Roma.

Nel 1721 papa Benedetto XIII conferì a Francesco Maria il titolo di Principe Romano, per sé e per i suoi discendenti primogeniti, in infinito, onde la famiglia sua conservi il lustro, che hanno goduto gli antenati.

 

Nota sul titolo di Principe Romano

 

La Consulta Araldica del Regno d'Italia, con deliberazione sanzionata dal Governo, adottò le seguenti "massime" in merito al ceto in questione:

 

1°) è riconosciuta l'esistenza del "ceto" dei Principi e Duchi romani, rappresentanti l'antico baronaggio romano;

 

2°) ai Capi delle suddette Famiglie spetta il titolo di Principe e Duca appoggiato sul cognome: le Famiglie stesse sono Principesche e Ducali Romane;

 

3°) il ceto dei Principi e Duchi Romani è ristretto alle sole famiglie che furono riconosciute tali dalla Congregazione Araldica Capitolina nella seduta del 17 gennaio 1854 (solo quelle che avessero ricevuto questi titoli dal Romano Pontefice e che avessero in Roma il loro principale domicilio);

 

4°) il trattamento antichissimo spettante a dette famiglie viene riconosciuto col titolo di Don prefisso al nome di battesimo nel capo della famiglia (a gl'altri figli compete il titolo di Don e Donna dei Principi o dei Duchi ).

 

I Capi delle Famiglie principesche e ducali romane, individuate dalla Congregazione Araldica Capitolina il 17 gennaio 1854 e iscritte fra i nobili e patrizi romani in ottemperanza alla volontà sovrana espressa nel Chirografo del 2 maggio 1853, sono i seguenti:

 

Principe Aldobrandini, Duca Altemps, Principe Altieri, Principe Barberini, Duca Barberini di Castelvecchio, Principe Bonaparte, Principe Boncompagni Ludovisi, Duca Bonelli, Principe Borghese, Duca Caetani, Duca Cesarini, Principe Chigi, Principe Colonna di Paliano, Principe Colonna di Sciarra, Principe Corsini, Principe Doria, Duca Lante, Principe Ludovisi Boncompagni, Principe di Montholon, Principe Odescalchi, Principe Orsini, Duca Ottoboni, Principe Pallavicini, Principe Rospigliosi, Principe Ruspoli, Duca Salviati, Principe Santacroce, Principe Strozzi, Duca Caffarelli, Duca Grazioli, Principe Conti, Duca Torlonia, Principe Torlonia, Duca Braschi, Principe Del Drago, Principe Gabrielli, Principe Massimo, Duca Massimo, Principe Spada.

 

A queste famiglie la Consulta Araldica del Regno aggiunse poi gli Sforza-Cesarini (succ. Cesarini), i Giustiniani-Bandini (per sentenza) e i Lancellotti (già Massimo).

 

Per quanto concerne la corona, Fabrizio Barbolani di Montauto, nel suo "Manuale di Araldica", scrive che i Principi romani usano sormontare il tocco rosso con due archi contornati da perle sostenenti un piccolo globo cimato da una crocetta il tutto d'oro, con il cerchio d'oro gemmato, mentre Carlo Mistruzzi di Frisinga, nel suo "Trattato di diritto nobiliare italiano", asserisce che i Principi romani adottarono "il cerchio con il risvolto di ermellino come quello dei Principi del S.R.I., dato che il Papa è depositario della dignità del S.R.I.".

 

Per altre notizie sull'argomento si rinvia all'interessante articolo del M. R. Mons. Karel Kasteel Segretario di una Congregazione Vaticana, in Almanach de Gotha 2001, vol.2°, p. 759-763.

 

I Principi Romani ovunque avevano la precedenza sui Principi del S.R.I.. Perciò la nomina principesca imperiale, concessa ad alcuni Principi Romani, non aumentava la loro dignità e in alcuni casi il titolo non è stato usato.

 

I Capi delle Famiglie Papali e le loro legittime consorti godono del trattamento di "Eccellenza", dato anche ai Capi delle Famiglie Principesche Romane. Indipendentemente dai loro titoli, i Capi delle Famiglie Papali sono stati tradizionalmente considerati - prosegue Mons. Kasteel - come "pari" dalle Famiglie Sovrane, essendo questa cortesia dovuta al fatto che il Sovrano Pontefice è riconosciuto come "Pater Principum et Regum" dai Monarchi Cristiani e come rappresentante della prima e più antica monarchia cristiana.

 

 

ringrazio per quest'ultima parte sui Principi romani il marchese Domenico Serlupi Crescenzi Ottoboni per la sua Ricerca pubblicata su www.serlupi.it/Ottoboni.html  

 

 
 
 
 
   
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